Grazie all’introduzione delle normative UNI 10667 ad opera della commissione tecnica Uniplast (Ente Italiano di Unificazione nelle Materie Plastiche), sono stati definiti i requisiti e i metodi di prova da applicare alle materie plastiche derivanti dalla raccolta dei rifiuti o da sottoprodotti di lavorazione, e destinate ad essere utilizzate come materie prime secondarie.
La norma UNI 10667 – parte 1 classifica le materie plastiche, mentre le parti 2-19 specificano metodi e requisiti specifici per ciascuna classe di polimero (come PET, PVC, PTFE, PE, PP, PS). La norma UNI 10667-16, ad esempio, definisce i requisiti delle miscele eterogenee a base di poliolefine di riciclo (R-POMIX), provenienti da residui industriali e/o da materiali da post-consumo, e destinate a diverse tecnologie di trasformazione.
Il primo controllo da eseguire riguarda la composizione: il materiale plastico, miscelato con eventuali cariche minerali, additivi e pigmenti, non deve contenere una percentuale maggiore dell’1% di elementi metallici (escluso l’alluminio, per il quale va prevista un’analisi più approfondita).
Un approccio rapido ed efficace consiste nell’analizzare al SEM i residui dopo incenerimento di una frazione rappresentativa del rifiuto plastico macinato: in questo modo si eliminano sia la matrice polimerica sia la componente cellulosica, mentre gli elementi inorganici presenti vengono concentrati e possono essere quantificati più agevolmente grazie alla microanalisi elementare con sonda EDS.
I valori espressi in % peso andranno poi riscalati per la percentuale di ceneri ottenute dalla pirolisi, per conoscere il contenuto di metalli sul totale del campione in esame.
L’osservazione al SEM permette inoltre di determinare la dimensione dei frammenti di alluminio presenti nei campioni di poliolefine riciclate, per verificare la conformità del materiale ai requisiti riportati nel prospetto della norma UNI 10667-16, secondo cui il contenuto di alluminio con dimensioni superiori a 50 micron deve essere inferiore all’1% in peso.
A questo scopo sul campione tal quale di plastica macinata vengono acquisite delle mappe SEM-EDS in modalità “statica” (come quelle di Fig. 4), oppure in Live Chemical Imaging, modalità che permette di identificare rapidamente le particelle di alluminio mentre ci si sposta sul campione.