La lavorazione dei fogli di alluminio nella produzione di lattine è un processo definito a basso costo che coinvolge volumi molto elevati. Di conseguenza è fondamentale ottimizzare l’uso della lamiera di alluminio e minimizzare gli sprechi.
È noto che l’accumulo di alcune fasi secondarie o di precipitati all’interno dell’alluminio ha un impatto negativo sulla texture durante la lavorazione della lamiera, portando alla generazione di una certa quantità di materia prima sprecata che non può più essere trasformata in lattine.
Il controllo qualità eseguito con SEM, EDS, ed eventualmente anche col supporto della tecnica EBSD, consente di identificare accuratamente e di valutare la distribuzione di fasi e precipitati. Utilizzando queste tecniche di analisi è possibile tenere monitorato il processo di produzione delle lattine di alluminio, al fine di massimizzarne l’efficienza intervenendo in maniera rapida e mirata.
Nello specifico, il tipo, la dimensione e la distribuzione dei precipitati possono modificare in maniera diversa la texture ideale della lattina. Pertanto durante il controllo qualità, i precipitati vengono innanzitutto caratterizzati dal punto di vista morfologico, impiegando immagini acquisite al SEM con il detector degli elettroni secondari. Le immagini possono poi essere elaborate da un software dedicato per la Particle Analysis, al fine di caratterizzare dimensioni e rapporto di forma delle particelle di precipitato.
In un secondo momento, questi composti possono essere facilmente identificati dal punto di vista chimico utilizzando il detector EDS. Applicando un algoritmo software (AutoPhaseMap), o abbinando un’analisi più scrupolosa con il detector EBSD, è anche possibile riconoscere le diverse fasi, in modo da individuare più rapidamente la causa del problema e poter intervenire con efficienza nel processo produttivo, minimizzando così lo spreco e i relativi costi della materia prima alluminio.