La soluzione è Aurox Clarity

Togli la polvere dal widefield e accendi il tuo nuovo confocale!

La microscopia a fluorescenza widefield è tra le tecnologie più utilizzate e diffuse in biologia. Nel corso degli ultimi decenni la maggior parte dei laboratori di ricerca del mondo si sono dotati di microscopi a fluorescenza, rendendo la microscopia widefield una tecnica standard e di riferimento per osservare proteine e strutture cellulari. Grazie all’utilizzo di una sorgente a raggi UV e visibile, questi microscopi eccitano il campione fluorescente ottenendo un’immagine ad alta risoluzione nella quale è possibile identificare cellule e componenti subcellulari con elevata specificità distinguendoli dagli elementi non fluorescenti.

Negli anni 90 però fu introdotto sul mercato il microscopio confocale, l’evoluzione della microscopia widefield. Tale tecnologia consiste nell’inserimento di un pinhole (letteralmente un foro) lungo il lightpath (percorso della luce) in grado di bloccare i raggi provenienti dai piani fuori fuoco. In questo modo, la cosiddetta fluorescenza secondaria viene eliminata e la qualità dell’immagine migliorata notevolmente.

La prima tipologia di confocale rilasciata è il laser-scanning, il quale possiede un singolo pinhole e scansiona punto per punto il campione per ottenere l’immagine. Un ulteriore sviluppo del confocale consiste nello spinning disk, caratterizzato da un disco rotante sul quale sono distribuiti numerosi pinhole. Ruotando, lo spinning disk permette l’acquisizione di più punti simultaneamente aumentando dunque la velocità di acquisizione.

In entrambi i casi, l’inserimento di un pinhole comporta anche uno svantaggio, in quanto bloccando la luce è necessario l’utilizzo di fonti luminose più potenti. Pertanto, con i sistemi confocali è imperativa l’implementazione di laser monocromatici, molto potenti, ma anche molto costosi.

Grazie alle sue potenzialità il confocale è diventato una delle tecniche principe della biologia e gradualmente quasi tutti gli istituti sono riusciti ad assicurarsi almeno un confocale, nonostante i prezzi molto elevati. La transizione verso il confocale sta inevitabilmente mettendo in ombra i “vecchi” microscopi a fluorescenza widefield, ormai considerati sistemi base e poco performanti alla luce dell’evoluzione tecnologica. È molto comune infatti, trovare istituti o imaging facility con confocali molto impiegati con lunghe liste di prenotazione e widefield meno utilizzati, se non addirittura dimenticati. La miglior qualità dell’immagine confocale è innegabile, ma i microscopi widefield possono ancora avere un ruolo nei laboratori di ricerca. Come? Grazie ad Aurox Clarity.

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Figura 1: Aurox Clarity è uno strumento di dimensioni ridotte installabile su tutti i microscopi dotati di camera port (C Mount). Leggero e pratico, è facile da installare e utilizzare.

Clarity è un add-on compatibile con tutti i microscopi a fluorescenza in grado di trasformare un sistema widefield in un confocale senza l’implementazione di laser (Figura 1). Clarity è infatti l’unico confocale laser-free al mondo, il quale utilizzando una fonte luminosa a LED e uno speciale spinning disk riesce a raggiungere la confocalità e dare una seconda vita al microscopio widefield (Figura 2).

Lo spinning disk brevettato da Aurox non è un disco convenzionale: in sostituzione del classico pinhole, Clarity utilizza degli slot rettangolari più ampi. L’utilizzo di questo reticolo permette un maggiore passaggio di luce, il quale, se da un lato peggiora leggermente l’immagine, dall’altro consente l’implementazione di fonti luminose più gentili e molto meno costose, in sostituzione dei laser, come i LED.

L’impiego di LED non comporta solamente vantaggi di tipo economico, ma anche tecnico: i LED infatti riducono notevolmente i danni da fototossicità e rendono Clarity uno strumento adatto per il live-cell imaging.

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Figura 2: Aurox Clarity viene collegato ad una camera e ad una sorgente. Ci sono varie configurazioni disponibili, la più comune prevede l’implementazione di una fonte LED (CoolLED pe300) e una camera Hamamatsu (ORCA-Flash 4.0). Inoltre, Clarity possiede un revolver con 4 filtri a fluorescenza totalmente personalizzabili.

L’assenza di laser abbatte fortemente i prezzi d’acquisto, ma soprattutto elimina i costi di manutenzione. Clarity rappresenta dunque un’ottima soluzione per i laboratori con laser esauriti, ma che non dispongo del budget sufficiente per sostituirli.

Inoltre, dare una seconda vita a un microscopio widefield non solo aumenterà la qualità delle immagini acquisite, ma permetterà anche di ridurre eventuali liste d’attesa nelle prenotazioni dei microscopi confocali. Avere una valida alternativa al confocale, alleggerirà notevolmente l’overbooking dei microscopi nelle imaging facility, dove gli user potranno usufruire di un microscopio user-friendly e dalle performance comparabili.

Infine, è opportuno sottolineare che Clarity è controllato da un unico software, Visionary. Tale programma permette di pianificare varie modalità di acquisizione (Multipositioning, Z-stack, Live-imaging, ecc.) in maniera semplice e intuitiva da un’unica interfaccia.

In conclusione, Aurox Clarity rappresenta la soluzione low-cost per tutti i laboratori che hanno necessità di dare una seconda vita a microscopi widefiled inutilizzati o fuori uso.

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