Lana e cashmere sono due fibre tessili di origine animale che si differenziano prima di tutto per la provenienza. Il cashmere (nome inglese) o cachemire (nome francese), proviene dal vello di una razza particolare di capra, la Hircus, originaria del Kashmir, regione storica attualmente divisa tra India, Pakistan e Cina, mentre la lana comune si ottiene dalla pecora o altri animali. Le caratteristiche morfologiche delle fibre del cashmere e della lana, così come le loro proprietà fisiche e chimiche, sono simili. L’identificazione di queste due fibre è quindi sempre stata una sfida per il mondo del tessile.
Il metodo più efficace si basa sull’osservazione al SEM delle singole fibre e sull’analisi dei diversi pattern delle micro-squame che compongono la fibra stessa. Un filato di cashmere, che ha un costo decisamente superiore, è composto da fibre lunghe, con una superficie più uniforme e liscia che gli conferisce una maggiore morbidezza e una finitura più brillante. Le fibre di lana sono invece generalmente più corte, più spesse e presentano squame più pronunciate e dalla forma più irregolare (Figg.1-2).
Negli ultimi anni sono stati sviluppati diversi metodi di elaborazione dell’immagine basati su Machine Learning, in grado di ridurre notevolmente il tempo di analisi richiesto al microscopista e di eliminare al contempo un certo grado di soggettività che può talvolta inficiare la misura.
In Fig.3 è riportato un esempio di applicazione sviluppata per misurare il diametro medio delle fibre. In un primo momento sono stati acquisiti con detector BSE e in maniera automatizzata (funzione Panorama di Coxem) 42 campi, regolando luminosità e contrasto in modo da far risaltare le fibre rispetto allo sfondo dell’immagine. È stato poi eseguito uno stitching dei campi per ottenere un’unica immagine ad elevata risoluzione, che è stata successivamente elaborata dal software per l’identificazione e la misura di tutte le fibre presenti. È possibile scegliere se far eseguire al software una sola misura per ogni troncone di fibra individuato, oppure una serie di misure equidistanti, utile ad esempio nel caso in cui lo spessore delle fibre non sia uniforme lungo la loro estensione.
Le misure eseguite possono essere presentate in grafici e tabelle oppure esportate come raw data per successive analisi e confronti fra campioni.